Cosa vedere a Serramonacesca? Paesaggi naturali incantati, montagne, castelli, abbazie, eremi e tanto altro
Fra i tanti percorsi immersi nella natura e ricchi di storia che offre l’Abruzzo, ce n’è uno molto particolare nel
Parco Nazionale della Maiella, in
provincia di Pescara. Il punto di partenza è
Serramonacesca, borgo circondato dai monti appennini abruzzesi a 280 metri di altitudine. Il suo nome deriva dal toponimo
“serra dei monaci“, perché il borgo era un tempo immerso nella selva, in cui gli abitanti e i monaci coltivavano alcuni orti (serre).
Una destinazione d’eccellenza per chi è alla ricerca di un contatto diretto con la natura. Tra i diversi
itinerari presenti, gli amanti delle camminate non possono perdere l’occasione di andare alla scoperta di
Castel Menardo, dell’
Abbazia benedettina di San Liberatore a Majella e dell’
Eremo di Sant’Onofrio.

Castel Menardo fu fondata tra il XII-XIV secolo ed insieme alla torre di Polegra, ubicata nelle sue vicinanze, aveva il compito di
difendere l’Abbazia di San Liberatore a Majella. Secondo la tradizione fu fondato dai paladini di
Carlo Magno contro gli attacchi longobardi. Oggi di questo castello possiamo ammirarne solo i
ruderi e le
mura esterne.
Il luogo non è facilmente raggiungibile, ma se non ve la sentite di avventurarvi lungo il percorso potrete godere del panorama suggestivo anche dalla strada che conduce all’imbocco del sentiero per l’Eremo di Sant’Onofrio.
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Abbazia di San Liberatore a Majella
Un silenzio mistico avvolge uno dei più antichi monasteri benedettini abruzzesi: l’Abbazia di San Liberatore a Majella.
Questo luogo semplice, che emana una spiritualità intensa, si erge in una zona boscosa sovrastante il fiume Alento e colpisce per la sua
architettura essenziale, dominata dal bianco della
pietra della Maiella. Solo visitandola capirete perché sia il più antico esempio di struttura medievale in Abruzzo.
Entrare in questa abbazia è come fare un viaggio nel tempo e tornare al Medioevo. La sua fondazione è avvolta nella leggenda. Quella più antica, vuole che due patrizi romani donarono a San Benedetto i beni per la costruzione dell’insediamento, mentre un’altra racconta che sia stata fatta costruire per volontà di Carlo Magno. All’esterno della chiesa è possibile ammirare il campanile a base quadrata. Sul retro sono presenti un’area picnic, un recinto oltre il quale si intravedono i caprioli ed un fantastico giardino, vera oasi di pace.
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Dopo aver visitato l’Abbazia abbiamo fatto una passeggiata nella meravigliosa
Valle del fiume Alento, tra
ponticelli e piccole
cascate. Il sentiero, ben segnalato, scende agevolmente e vi accompagnerà in una radura ricca di vegetazione. L’ambiente è molto suggestivo e la passeggiata, di circa
30 minuti tra andata e ritorno, conduce ad un canyon che si rivela una meraviglia.
Qui la roccia appare scavata; si tratta delle
Tombe Rupestri di San Liberatore a Majella. La natura si esprime al massimo del suo splendore e non finisce mai di stupire… se percorrerete ancora qualche passo giungerete alla fine del percorso delle Gole dell’Alento, con la possibilità di addentrarvi nel bosco in direzione della
Torre di Polegra e
Castel Menardo.
Vi consigliamo di indossare scarpe da trekking perché spesso le rocce sono bagnate e scivolose e il rischio di cadere e farsi male è alto.
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Eremo di S. Onofrio di Serramonacesca
L’
Eremo di Sant’Onofrio si trova a 750m s.l.m. a poca distanza dall’Abbazia di San Liberatore a Majella, nell’ultimo tratto del Cammino di Celestino.
Questo luogo è un angolo di pace, silenzio e di preghiera ed è una tappa assolutamente da non perdere durante la scoperta del Parco Nazionale della Maiella.
Sentiero Eremo S.Onofrio, come arrivare
Per raggiungere il punto di partenza del percorso che conduce all’Eremo ci sono
due possibilità: si può partire da un
sentiero che si inerpica nei pressi dell’Abbazia di San Liberatore (troverete il cartello sul lato della strada, qualche metro prima di raggiungere l’Abbazia (
durata percorso 1 ora circa) oppure, in auto, si seguono le indicazioni verso Castel Menardo e, superandolo, si prosegue ancora in contrada Brecciarola, fino all’inizio di una strada sterrata.
Noi abbiamo optato per la seconda che è anche la meno faticosa. Una volta raggiunta la strada sterrata con un cartello ben visibile che indica l’inizio del percorso, abbiamo lasciato la macchina sul lato della strada e ci siamo incamminati. La passeggiata ci è sembrata da subito molto suggestiva e pur non presentando particolari difficoltà, è tutta in salita. Non bisogna tuttavia sottovalutarla se non siete abituati a camminare in montagna o se avete bambini piccoli, in quel caso è sempre opportuno prestare la dovuta attenzione. In
poco più di 30 minuti abbiamo raggiunto l’Eremo.
Informazioni sul sentiero
Difficoltà escursionistica: T-Turistico
Lunghezza: Km 1,100 circa
Tempo di percorrenza: 30 minuti
Punti acqua: fontana nelle vicinanze dell’eremo
L’Eremo, costruito dai benedettini tra l’XI ed il XIV secolo, sorge sotto un alto sperone roccioso. Si pensa che fu realizzato come luogo di ritiro per i monaci dell’Abbazia di San Liberatore. Dalla chiesa si accede poi ad un ambiente scavato nella roccia dove si trova la Culla di Sant’Onofrio; qui i fedeli si sdraiano per chiedere guarigioni.
Per godere appieno dell’atmosfera concedetevi qualche momento di relax nell’area picnic presente e riempite le vostre borracce con la freschissima acqua della sorgente, nota per le sue acque taumaturgiche.