Mi chiamo Elisa e vivo in Abruzzo. A tutti i lettori che si vorranno fermare qui anche solo per un minuto, cercherò di dare suggerimenti per trascorrere ore piacevoli in posti incantevoli, perchè anche voi possiate condividere le nostre stesse emozioni.
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L’Abruzzo non si limita ad essere soltanto una terra di pastori, eremiti e briganti, come spesso tendono a far credere certi luoghi comuni, ma è innegabile che essi rappresentino le principali esperienze umane davvero vicine al territorio, soprattutto quello montano.
E la Majella ha conservato immutati i segni tangibili di queste millenarie presenze umane.
Abbiamo deciso di conoscere più da vicino il suo versante occidentale in un percorso con un connubio strettissimo trauomo, montagna e pietra: la Valle Giumentina e il Cammino di Celestino.
Questa volta nessuna autostrada: decidiamo di percorrere il tragitto più lungo ma anche quello più panoramico e siamo stati contentissimi della scelta.
La Majelletta
Siamo arrivati alla Majelletta; qui la prima sosta obbligata dalle bimbe che sono rimaste a bocca aperta nel vedere la loro stazione sciistica preferita senza neve. Non erano mai state qui, se non in inverno.
Scese dalla macchina hanno iniziato a giocare con lo skilift e con il tapis roulant, e non potevano credere a quel paesaggio così diverso.
Hanno scoperto che lì, dove si sostava con le sedie per riposarsi tra una discesa e l’altra, c’era, coperta dalla neve, una strada.
Proprio quella strada che ci ha regalato scenari suggestivi e incontri speciali con greggi di pecore e tanto altro. Immersi nella natura incontaminata abbiamo vissuto un percorso vario che collega il pianoro dei valli, il vallone di SantoSpirito e la macchia di Abbateggio.
Un percorso alla scoperta di Eremi incastonati tra le rocce, aree archeologiche e un museo del paleolitico.
I Tholos della Valle Giumentina
Lungo i sentieri della valle si incontrano le capanne pastorali in pietra a secco: costruzioni in pietra, conosciute anche con il nome di Tholos.
Venivano usate a partire dal Paleolitico sin ai tempi recenti, come riparo per i pastori che portavano le greggi in montagna nel periodo estivo e come locali destinati alla caseificazione e alla rimessa di attrezzi.
Questi manufatti sono i figli della “specchia” pugliese e cugini dei ben più noti trulli, nonché lontani parenti dei nuraghe sardi.
Qui inizia il cammino di
Celestino che è uno dei grandi
cammini del Parco Nazionale
della Majella.
Un viaggio fantastico sulle tracce
dell’eremita Pietro da Morrone,
poi Papa Celestino V, che scelse
proprio la Majella per il suo
percorso di fede.
Il cammino che si snoda tra la montagna del Morrone e la Valle dell’Orfento, ci porta alla scoperta di suggestivi eremi rupestri: San Giovanni dell’Orfento, San Bartolomeo in Legio e Santo Spirito a Majella, la grande struttura monastica della Badia Morronese (da dove parte il cammino) e la bellissima Abbazia di SanLiberatore a Majella (dove il cammino si conclude).
Noi abbiamo deciso di scoprire alcuni di questi luoghi più da vicino e vi raccontiamo il nostro percorso.
L’Abbazia di Santo Spirito a Majella
La prima meta è stata l’Abbazia di Santo Spirito a Majella. Incastonata tra le rocce a 1132 m di altitudine, avvolta da una maestosa faggeta cuore dell’Appennino centrale, la si può raggiungere facilmente in auto.
La visita inizia dalla piccola chiesa, mentre da un ingresso laterale si accede alla parte posteriore del convento. Tra corridoi, gradini e balconate, si sale fino alla scala Santa ed infine si arriva all’oratorio della Maddalena dal quale si ha una vista mozzafiato della valle.
Al di sotto della chiesa si trova il nucleo più antico, l’eremo, costituito dalla stanza del Crocifisso, dove secondo la tradizione fra Pietro era solito pregare.
E’ un luogo di pace e riflessione, isolato dal mondo.
Una bellezza disarmante, ancor di più in questo periodo dell’anno: l’autunno, dove la natura con i suoi colori ci regala panorami magici.
L’Eremo di San Bartolomeo
Proseguiamo il nostro percorso alla volta dell’Eremo di San Bartolomeo. Qui c’è da camminare un po’, la passeggiata è piacevole e non eccessivamente faticosa.
Il sentiero porta all’eremo in 30 minuti circa. Solo nell’ultimo tratto è bene prestare attenzione con i bambini in quanto il sentiero scende molto ripido e si affaccia, senza protezioni, alla vallata.
Improvvisamente apparirà la piccola chiesa, quasi incastrata in una fenditura orizzontale, mimetizzata nel colore rossastro delle rocce. L’Eremo è incastonato sotto uno sperone roccioso a 600 m di altitudine.
Si compone di una lunga balconata che conduce all’edificio principale composto da tre locali: una chiesetta e due piccole stanze.
Uscendo sul retro ci si affaccia sulla suggestiva cornice dei terrazzamenti del vallone. Con gli occhi colmi di bellezza e la mente rilassata ci rincamminiamo lungo il sentiero.
Le bimbe sono state bravissime; Isabel si è lamentata un po’… ma alla fine entrambe hanno camminato spedite fino alla macchina. Così si sono guadagnate un bel gelato e una pausa nel parco giochi di Roccamorice, caratteristico borgo a pochi Km di distanza.
L’Ecomuseo del Paleolitico
L’Ecomuseo del Paleolitico è un luogo ricco di storia che conserva i resti di un antico villaggio: sei capanne, dette “Tholos”, volte a testimoniare la vita e le attività agricole dei popoli primitivi nella Valle Giumentina. Il sito si trova nel Comune di Abbateggio e rappresenta una delle principali testimonianze del Paleolitico inferiore e medio in Abruzzo.
All’interno trovate un piccolo bar e un’area picnic attrezzata con panche e tavoli in legno per sorseggiare una bevanda fresca ammirando il bellissimo panorama circostante. Potrete anche acquistare prodotti tipici del territorio o cimentarvi con il tiro con l’arco.
I gestori, gentili e disponibili, organizzano visite guidate ed eventi con degustazioni.
Percorsi nella Valle Giumentina
Dalla Valle Giumentina partono diversi percorsi, quindi prendete qualche appunto se siete in cerca di idee per un’escursione in montagna in Abruzzo. Vi suggeriamo un itinerario unico nel Parco che consente la scoperta di una natura incontaminata e paesaggi incantevoli. Cosa aspettarsi? Prati in fiore, vaste radure e vallate verdissime. In estate vi consigliamo di fare quest’escursione al mattino con il fresco essendo il percorso in gran parte esposto al sole.
Un percorso per gli amanti del trekking e della bici per scoprire la Valle Giumentina e ammirare i Tholos, le capanne tipiche dette in dialetto “pajare” di cui vi abbiamo parlato prima. Lo percorriamo lasciando la macchina nei pressi dell’Ecomuseo del Paleolitico.
Poco dopo 10 minuti di cammino una deviazione è d’obbligo, anche solo per rivolgere lo sguardo a uno dei panorami più belli del profondo Canyon del vallone di San Bartolomeo al centro del quale, incastonato tra le rocce, vi è lo splendido Eremo di San Bartolomeo, in cui visse Pietro da Morrone futuro papa Celestino V (Questo è il secondo percorso per raggiungere l’Eremo, è un sentiero più lungo e anche un po’ più faticoso ma spettacolare). Una volta tornati indietro percorriamo l’intero anello in circa 30 minuti attraversando boschi e prati verdeggianti con la sensazione di venire cullati dai suoni della natura e della fauna che vi abita.
L’Abbazia di San Liberatore a Majella
Il nostro racconto si conclude con l’ultima tappa del Sentiero dello Spirito, a Serramonacesca, nei pressi dell’Abbazia di San Liberatore.
L’Abbazia rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura romanica abruzzese; ha una struttura essenziale in pietra bianca della Majella; una chiesa di estrema bellezza e la sua torre, circondata da una rigogliosa vegetazione dalla quale parte un sentiero che conduce al Complesso rupestre.
Questo è un tour abbastanza completo della zona, vi consigliamo di visitare questi posti in più giorni per vivere la natura e i paesaggi con assoluta tranquillità.
Nel fine settimana ritagliatevi momenti per condividere in famiglia esperienze, avventure e svago.
E’ un’opportunità per crescere insieme, grandi e piccini.
Mi chiamo Elisa e vivo in Abruzzo.
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